
A distanza di sei mesi, la situazione in Consiglio sembra essere molto più rilassata. I mezzi d’informazione non pubblicano più interviste dei consiglieri furiosi contro il Sindaco in compenso presentano a tutto pagina il sindaco che spiega a più riprese il provvisorio PUC approvato. Ma come mai i magnifici cinque premevano così tanto per far approdare in Consiglio comunale il Piano? Chissà, sarà stato il rimpasto in Giunta che ha fatto calmare gli animi del Pd e dell’Udc? Oppure la richieste di discussione del Piano Urbanistico? A sentire alcuni di questi consiglieri “dissidenti” il Piano è stato portato in consiglio e votato per essere cambiato.
Ma sarà veramente così? Il 28 agosto 2012 il PUC è stato ufficialmente adottato con la delibera n.25 ma ad oggi non sono state apportate modifiche e nessuno dei cinque ha sollevato obiezioni, almeno non pubblicamente, neppure davanti all’evidente trasformazione di pericolose zone classificate “a rischio idrogeologo” in zone edificabili ,come denuncia il Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra su La Nuova Sardegna. Eppure, all’indomani del voto non sono certo mancate le dichiarazioni: “Ho votato il Piano di Fabbricazione ma non mi piace così com’è. Bisognerà comunque portare delle modifiche”. Ma allora perché votarlo? Difficile spiegarlo. Resta anche difficile da giustificare il perché votare un Piano che non convince”.
Nonostante le lamentele a mezzo stampa, e ancor prima nei social network, l’Amministrazione comunale intende andare avanti con il PUC fino all’approvazione della Regione. Non resta allora che affidarsi ai tecnici della Regione Sardegna per ottenere le giuste modifiche e affinché le zone ad alto rischio idrogeologico restino protette.
A suo modo, nonostante tutto, il Sindaco, mezzo stampa, ha cercato di calmare gli animi affermando con assoluta certezza che non esistono ne conflitti di interesse [Sul sospetto che le aree vicine a una presunta proprietà dell’ex sindaco Giorgio Marongiu siano state premiate dal Puc il sindaco cade dalle nuvole: «Non ne so nulla - spiega - non so neppure se Marongiu abbia proprietà, ma quando abbiamo elaborato il Puc non siamo stati a guardare a chi appartenessero le aree, si è lavorato seguendo le indicazioni dei tecnici e basta»(Cit.)] e ne rischi per la sicurezza. Nonostante ciò, molte, infatti, sono state le lamentele scritte nel gruppo di discussione “Info Caputerra” su Facebook, dove tante persone hanno sottolineato la presenza di numerose lacune nel nuovo PUC: ad iniziare da possibili conflitti di interesse legati alle proprietà terriere, passando per nuovi centri commerciali e per finire con le zone H3. Queste ultime, in alcuni casi, passate a zona G o C. Sulle fasce di rispetto solo Cabiddu (di Sel), a più riprese, ha detto che occorre più attenzione, da evitare così ancora disastri.
Ma i problemi per la Maggioranza capeggiata da Dessì non finiscono qui. A complicare la situazione PUC ci si mette pure il rimpasto: da 9 aventi diritto al voto, per questioni di conflitto di interesse, si passerà molto probabilmente a 8, dopo la nomina di Marras: troppo pochi per assumersi questa responsabilità?
A complicare ulteriormente la situazione è stata la decisione dei giudici che recentemente hanno rinviato a giudizio tutti gli indagati per l’alluvione del 2008 nel processo che vede coinvolto pure l’ex sindaco, il quale attualmente ricopre il doppio incarico di Presidente del Consiglio comunale di Capoterra e di Consigliere provinciale di Cagliari in forza al Pd. Il partito che in più occasioni ha espresso di avere a cuore la questione ambiente e sicurezza.
Come a dire, se mai ce ne fosse bisogno i giudici rimarcano: attenzione al territorio a rischio. Proteggete le zone in cui è facile che l’acqua faccia danni. Fatte in modo che per l’incuria non ci siano ulteriori morti ammazzati dalla furia dell’acqua che cerca di riprendersi il territorio rubato nel decenni di scempio edilizio.
Non resta allora che cambiare decisamente strada e lasciarsi alle spalle il passato progettando con un occhio allo sviluppo e con l’altro la salvaguardia del territorio.
Come a dire, se mai ce ne fosse bisogno i giudici rimarcano: attenzione al territorio a rischio. Proteggete le zone in cui è facile che l’acqua faccia danni. Fatte in modo che per l’incuria non ci siano ulteriori morti ammazzati dalla furia dell’acqua che cerca di riprendersi il territorio rubato nel decenni di scempio edilizio.
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