Con un investimento di circa 145milioni di euro e il benestare della Regione Sardegna, la Enel GP costruirà una centrale a biomasse da 50MW nel comprensorio di Macchiareddu, nel comune di Assemini. La centrale utilizzerà 100 mila tonnellate all'anno di semi da oleaginose, oltre a 105.000 tonnellate all'anno di cippato di legno vergine da filiera. L'assessore all'Industria della RAS promette 270 posti di lavoro tra diretti e indotto una volta che la centrale sarà a regime (in realtà solo 45 posti sic!). La Centrale dovrebbe soddisfare il fabbisogno energetico di circa 130mila famiglie e ridurre l'immissione in atmosfera di 200mila tonnellate di CO2 all'anno. Già dal 2006 la regione ha puntato sulla coltivazione in diverse aree della regione di eucalipto consentendo la nascita di circa 150 piccole aziende agricole specializzate.
L'intenzione della Regione è quella di creare un "ponte" tra agricoltura e industria e in questa direzione la Sardegna ha deciso di investire aiutando i proprietari terrieri nel sfruttare al meglio i loro spazi per la coltivazione di arbusti la cui potatura e i loro semi verranno usati nella filiera di produzione di energia rinnovabile. Enel green power, dal canto loro, garantiscono che la "filiera corta" valorizzerà al meglio le risorse locali anche dal punto di vista occupazionale. Oltre al fatto che la centrale rientra nei protocolli sanciti dalla UE in materia di immissione di CO2.
L'utilizzo di biomasse, infatti, ha effetti positivi per l'ambiente rispetto alle centrali tradizionali. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, come le biomasse, non solo riduce l'immissione di CO2 ma garantisce la continuità nell'erogazione dell'energia rispetto al fotovoltaico o all'eolico. A differenza del petrolio e del carbone, le biomasse fanno parte del ciclo naturale del carbonio e non aumenta, a lungo termine, la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera. Questo è quanto viene dichiarato da esperti in energie rinnovabili. Capoterra come al solito verrà tagliata fuori dal progetto. Ma almeno non siamo i soli. Assemini, ad esempio, aspetta ancora parte del guadagno ottenuto dall'immenso parco eolico costruito da ridosso di Capoterra.
Le multinazionali non sempre favoreggiano il territorio che le ospita, al contrario, la storia ci insegna che le grandi società sono molto brave e veloci nel recepire i fondi di denaro pubblico e sparire alla stessa velocità.
A tal proposito, dopo una veloce ricerca sul web, nel blog di Beppe Grillo abbiamo scoperto che in Emilia la conversione di un ex zuccherificio a centrale a biomasse è stato bloccato perché non v'è presente l'accordo di filiera con le organizzazioni dei produttori, condizione ritenuta inderogabile per la sostenibilità dell'operazione, come previsto dall'Accordo di riconversione produttiva.
Nei social network c'è chi già si lamenta per l'ennesimo impianto a pochi passi da Capoterra. Ma la paura è che dietro la possibilità di nuovi posti di lavoro, chi dovrebbe "controllare" si lasci prendere dalla machiavellica convinzione che il fine giustifica (sempre) i mezzi.
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