I lavori per la realizzazione dei pennelli - le barriere antierosione - lungo il mare di Frutti d’Oro, erano fermi, a quanto pare, per la scarsità dei massi presi dalle cave di Monti Nieddu. Le ruspe e i camion hanno riacceso i motori giovedì scorso. Si cerca, comunque, altro granito per portare avanti la terza barriera. «Perché non prendere i blocchi di pietra, per portare avanti le barriere, dai nostri fiumi che vanno, speriamo al più presto, messi in sicurezza? E utilizzare la sabbia del laghetto di Poggio dei Pini per il ripascimento del litorale? Intanto, mettiamo in sicurezza il territorio, risparmiamo un bel po’ di quattrini e portiamo via meno materiale dalle cave» - propone Gigi Frau del Pdl - «questo è il nostro ragionamento. Naturalmente occorrono le autorizzazione dell’Assessorato regionale all’Ambiente e dell’Arpas. Iter non semplice».
Procedure e scelte che dovranno valutare il direttore dei lavori, Nicola Montaldo, e il responsabile dei Lavori pubblici del Comune, Enrico Concas. Scelte di non facile soluzione. Bisogna far le analisi al materiale che si dovrebbe prendere da queste parti, pulire la sabbia e tante altre lunghe e complesse operazioni.
«Sono d’accorto che sia utilizzato il materiale del posto» - chiarisce il presidente della Commissione Lavori pubblici, Efisio Demuru - «purché risparmiamo e i lavori non subiscano rallentamenti. Utilizzare altri massi e sabbia, non indicati nel progetto e quindi non autorizzati, non è un’impresa facile. Occorrono parecchie concessioni. Quanto arriva dalle cave è tutto certificato e non ci fa perdere tempo».
Intanto, la Ciro Menotti Società Cooperativa per Azioni, l’impresa che ha vinto l’appalto, cerca i giganteschi massi di granito per realizzare il terzo pennello, perché per portare avanti i primi due è servito molto più materiale di quanto previsto. L’erosione era ben oltre le previsioni. Ecco perché adesso vengono avanti nuove proposte. A quanto pare tutte in salita.
Il progetto delle tre barriere a mare risale al 1997 con un finanziamento dei Piani integrati d’Aria; per essere più precisi la gara è stata vinta dalla Ciro Menotti Società Cooperativa per Azioni per 1 milione di euro e oltre 41 mila per la sicurezza. L’iter è stato bloccato più volte per il ricco patrimonio archeologico nascosto dal mare. Molti reperti sono andati persi come una magnifica villa romana che a memoria di persone attendibili si può localizzare nei d’intorni di Frutti d'Oro II. Mentre a pochi metri dalla riva sono sommersi dei dolium, scoperti da un sub di Maddalena oltre 10 anni fa. Più volte è stato tentato il recupero ma sempre fallito per la complessa operazione. Nel 2011 arriva il bando Litus di 300 mila euro per la naturalizzazione e ripascimento della spiaggia con dune di sabbia portate dalle cave di Ganì nel comune di Quartu a due passi da Solanas. Interventi per migliorare e rendere fruibile tutto il litorale. Ma, soprattutto, per la messa in sicurezza ed evitare che l’acqua del mare arrivi sino al salotto delle case, come purtroppo è successo il 4 e 5 marzo scorso.
Adesso i lavori rischierebbe lo stop, per la ricerca dei blocchi di granito. Ma le ultime notizie sembrano confortanti.
Presto bisogna guardare anche alla messa in sicurezza delle zone a mare di Torre degli Ulivi e attendere l’ok dagli uffici regionali e i finanziamenti: «Si tratta di un progetto di protezione civile e di messa in sicurezza delle abitazioni costiere» - continua Demuru - «ora è urgente volgere la stessa attenzione a Torre degli Ulivi. Recentemente, abbiano chiesto all'assessorato regionale alla Programmazione di finanziare anche questi lavori. Qui l'erosione ha creato problemi gravissimi per il territorio e per i residenti, ha anche cancellato la vecchia litoranea che correva tra la prima fila delle villette e la battigia» conclude Demuru.
- Articoli correlati