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Città metropolitana di Cagliari. Capoterra tra i 17 comuni del progetto

092009Diciassette comuni e una popolazione di oltre 430mila abitanti andranno a comporre la Città Metropolitana di Cagliari. Per ora unica Città Metropolitana prevista dalla Legge Regionale n. 4 del 2 gennaio 1997. Decisione che ultimamente sta sollevando parecchi dubbi nel nord Sardegna dove sia Olbia che Sassari rivendicano la loro posizione e le loro caratteristiche geografiche per diventare Città Metropolitane ricevendo però un secco no dalla Regione. Ma vediamo di capire quali saranno i pro e i contro nell'essere catapultati in questa nuova realtà urbana. Bisogna prima di tutto chiarire che l'adesione alla Città Metropolitana non è facoltativa ma bensì obbligatoria. Nel caso di Cagliari, tutti i comuni dell'hinterland facenti parte dell'attuale Provincia di Cagliari dovranno obbligatoriamente aderire: legge 56/14. Il ruolo intrinseco della Città Metropolitana è quello di subentrare alla Provincia e di assorbirne tutti i poteri eleggendo un sindaco, un consiglio e i membri della conferenza metropolitana. Anche se il processo di riordino delle autonomie locali ha avuto inizio fin dal lontano 1990, in Sardegna il tema della città metropolitane sta avendo in questi ultimi mesi maggiore attenzione, dovuto soprattutto alla legge Delrio (56/14) e alla sempre più pressione da parte del Governo e ai continui tagli alla finanza pubblica.

In questo scenario, la Sardegna ha ufficialmente individuato in Cagliari l'unica Città Metropolitana regionale, ottenendo dalla UE 40milioni di euro di fondi PON METRO, destinati ai progetti preliminari di adeguamento alla direttiva Strategia Europea 2020. Questi primi 40milioni di euro sono destinati agli adeguamenti del sistema di illuminazione urbana (sistemi a LED) per ridurre il consumo energetico, una rete di piste ciclo-pedonali, punti informativi digitali e investimenti nel sociale con la riqualificazione di immobili già esistenti in abitazioni e alloggi popolari.

Tra i punti a favore delle città metropolitane c'è, appunto, l'accesso ai fondi UE ma attenzione: questo non significa che ogni comune della Città Metropolitana avrà pieno accesso a questi fondi, anzi. Se godere dei fondi comunitari può sembrare una passeggiata, sarà invece la scarsità di fondi economici a caratterizzare questa nuova realtà. Le Città Metropolitane già presenti nel territorio italiano ne sono un esempio. Infatti, ogni singolo comune diventa un peso demografico e non un peso economico. La maggior densità di popolazione, ora come ora, si ritorce contro la disponibilità di risorse finanziarie, lasciando i piccoli comuni periferici un ruolo marginale e a guardare mentre i grandi centri urbani fagocitano tutte le risorse ma accollandosi gli oneri, ad esempio, per la raccolta dei rifiuti. Cagliari, senza andare lontano, non ha ancora avviato il sistema di raccolta porta-a-porta e l'attuale sistema di differenziazione dei rifiuti copre solo una piccola parte del totale, mentre, ad esempio, il comune di Capoterra vanta da ormai anni un sistema di raccolta differenziata ben avviato. Ma non fasciamoci la testa prima di rompercela. La legge Delrio è stata studiata per semplificare la vita ai cittadini e ridurre la spesa pubblica. Si parla infatti di unificare il sistema di gestione dei tributi, dei servizi di manutenzione e di un sistema di trasporto locale efficace e, ancora, regole omogenee per l’accesso ai servizi, ai nidi, alle scuole. E un’unica Asl, un’unica Asp, l’Azienda pubblica servizi alla persona.

Accorpamento e risparmio sono  le parole chiave del riordino degli enti locali. Ma la popolazione ne trarrà veramente beneficio? O sarà la solita messa in scena per mettere le mani su una torta immensa?

Capoterra in tutto ciò che benefici avrà? Siamo tra i comuni più popolati, quarto in Sardegna per reddito pro-capite con tanti servizi già avviati e progetti pronti a partire eppure i problemi non mancano: sicurezza del territorio, trasporti e salute. Per questo la città metropolitana si apre come immensa opportunità ma solo se i nostri amministratori saranno capaci di coglierne ogni piccolo spiraglio a nostro vantaggio senza farsi manipolare dai lobbisti di turno e dalle loro incessanti richieste.
Ma non facciamoci troppe illusioni. Quando un sindaco di un paese sostiene apertamente il diritto alla caccia, in barba a quelle che sono le leggi o le norme che governano un parco regionale, ma abbassa la testa davanti al diritto alla salute, favorendo la costruzione di una discarica a pochi chilometri dalle nostre abitazione, dalle nostre scuole, non possiamo aspettarci grandi cose.