Hanno cercato di farla passare in sordina, come una banale svista, ma al giornalista dell'Unione Sarda, che ne ha diffuso la notizia, non è sfuggita. Come non è sfuggita a molti dei 59 cittadini, talassemici, emofilici e emolinfopatici, beneficiari di sussidio LR 27/83, che si sono improvvisamente visti pubblicare i propri nominativi sul sito Istituzionale del Comune di Capoterra. Una gravissima violazione della privacy non nuova per gli uffici del Comune. Già nel 2014 accadde lo stesso con i beneficiari dei sussidi di coloro che si trovavano in una situazione economica critica. L'Assessore alle politiche sociali conferma la gravità dell'errore ma lo giustifica come conseguenza dell'estremo lavoro che sbriga quotidianamente l'ufficio. Lavoro che noi non mettiamo in dubbio ma che comunque dimostra ancora una volta la capacità organizzativa di taluni amministratori. Ma se le scuse dell'Assessore non vi hanno soddisfatto, la posizione della minoranza in Consiglio Comunale è ancora peggio. Infatti, anziché chiedere un indagine interna, oltre le dimissioni dell'Assessore - come accade nei paesi civili - invita a stare più attenti, neppure stessero parlando con un bambino, dimostrando ancora una volta la latitanza di chi, almeno a parole, dovrebbe fare da contraddittorio e mantenere, quanto meno, una parvenza di opposizione credibile.
Ad ogni buon conto, quello che non ci è chiaro è come mai, circa un mese fa, il Comune venne richiamato dalla Regione Sardegna, a seguito di una segnalazione da parte di una attivista del M5S, per non aver ottemperato alla pubblicazione completa di importanti atti pubblici, come prevede la legge sulla trasparenza (in questo caso riguardanti spese e appalti pubblici) però vìola la privacy e la riservatezza di 59 cittadini. Come darsi una zappata sui piedi. Sarebbe giusto, nel rispetto di tutte le persone coinvolte, conoscere in quale forma il Comune di Capoterra applichi la normativa sulla privacy ma, sopratutto, quale siano le linee guida per la pubblicazione di questi dati sensibili sul sito istituzionale del Comune, considerando che, per legge, le pubbliche amministrazioni devono nominare un responsabile del trattamento dei dati, un garante, a tutela della nostra privacy. Attendiamo con fiducia che qualcuno faccia chiarezza su questa vicenda, per evitare il ripetersi di queste spiacevoli situazioni ai danni dei cittadini.